La «nuova era» è alle porte, e Xi Jinping è il suo profeta. Ad annunciarla è stato lui stesso. È salito sul palco con chi l’ha preceduto, tracciando metaforicamente una linea di continuità con gli ex presidenti Jiang Zemin e Hu Jintao, gli stessi che durante tutto il suo primo mandato sono stati messi all’angolo, quando non trattati da acerrimi nemici. Poco dietro, nel ritratto di famiglia, c’è persino Li Peng, il premier ai tempi dei fatti di Tian’anmen.
Il messaggio è chiaro. Alla guida del Paese c’è sempre la stessa ideologia, una classe dirigente senza soluzione di continuità. Eppure gli strappi ci sono stati. Prova ne è la campagna contro la corruzione che ha assicurato alla giustizia interna del Partito 240 alti quadri e un milione e 140 mila funzionari minori, rompendo il tacito accordo sotteso all’avvicendarsi dei leader cinesi dai tempi delle purghe di Mao: la leadership non indaga al suo interno…
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[Foto in apertura di Thomas Peter / Reuters / Contrasto]
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